IL DIAMANTE DI PEALE (Erythrura pealii)

Articolo di Ivo Ginevra per Alcedo

Le recenti catalogazioni del Diamante di Peale (Ziswiler 1972), lo collocano all’interno del genere Erythrura, e precisamente nel sottogenere Acalanthe, insieme al Diamante pappagallo, Diamante reale e Diamante di Samoa.
Altri studi che basano la loro sistemazione sulle differenze di morfologia e comportamento, facendo rientrare questi Estrildidi in due grandi gruppi geografici, lo posizionano fra i Diamanti Melanesiani a testa rossa, genere Amblynura, unitamente al D. pappagallo, D. reale e D. Samoa.
Per altri studiosi il D. di Peale è classificato come una semplice sottospecie del Diamante pappagallo, insieme ai D. reale e D. Samoa.
La sua collocazione geografica è negli arcipelaghi dell’oceano Pacifico, precisamente nelle Isole Figi, dove il clima è tropicale, con escursioni termiche caldo umide, dovute alla abbondanza della pioggia stagionale.
L’habitat del diamante di Peale è quello tipico delle foreste indonesiane, intervallate da praterie e savane erbose.
La struttura è proiettata alla vita nel folto dei rami, dove soddisfa le sue esigenze alimentari, nutrendosi di gemme ed infiorescenze di fichi selvatici, che sguscia anche a testa in giù, bilanciando la postura verticale con la coda, tipicamente corta.
Si è adattato anche agli squilibri della natura imposti dall’uomo e sovente si spinge nelle zone coltivate a far incetta di riso e sorgo, senza nutrire alcuna paura per l’uomo.
Oltre che di graminacee ed erbe prative, durante il periodo della riproduzione si nutre anche di larve ed insetti, per il bisogno di apportare proteine di natura animale ai suoi nidiacei.
La taglia oscilla fra 9-10 centimetri ed il dimorfismo dei due sessi è particolarmente accentuato durante la fase riproduttiva.
Il maschio ha una maschera facciale di un rosso acceso, interrotta dal nero della zona del sotto becco e dalla striscia dell’occhio. La gola e l’alto petto sono della tipica colorazione blu cupo che si trasforma in azzurro sfumato per tutta la restante parte del torace. Ad eccezione del codione e penne caudali di un colore rosso scuro, il resto delle piume sono verdi. Il becco è nero, mentre le zampe sono scure.
La femmina ha i colori un pò scoloriti soprattutto nel basso ventre. Il blu del petto è meno esteso rispetto al maschio.
I giovani sono di un colore verde-bruno pallido, privi del rosso in testa e col becco giallo corneo.
Il nido è costruito a circa 4 – 6 metri d’altezza, dove la vegetazione degli alberi è più fitta e consiste in una forma tondeggiante dotata di un piccolo ingresso.
Depongono dalle 3 alle 4 uova per covata.
La stagione riproduttiva dura, per tutto l’anno, ma raggiunge il suo massimo nel periodo estivo.

L’ESPERIENZA RIPRODUTTIVA DI MASSIMO MORINI

- E allora Massimo, raccontaci com’è andata con il Diamante di Peale.
- Da dove cominciamo?
- Ma, chiaramente dall’inizio!
- Allora…. C’era una volta il…
- Hem! Hem!
- Magari faccio qualche domanda.
- Ok!
- Allora vado a raffica.
- Prontissimo.
- Dove alloggi le coppie del Peale durante la fase riproduttiva?
- In gabbie da 120 o 90 cm..
- Che tipo di nidi utilizzi?
- Quelli in plastica comunemente in commercio, perché sono comodi, facili da pulire ed accettati di buon grado dai nostri amici.
- Dove li metti?
- Sul frontale esterno e qualche volta, per le coppie difficili, anche all’interno della gabbia.
- Quale materiale da nido fornisci?
- Di solito aiuto la coppia a realizzare il nido, facendo una base con dell’erba secca, e poi grossolanamente lo riempio con materiale in sisal, filamenti assortiti ed a disposizione fornisco juta con fibre di cocco. All’inizio è il maschio a manifestare interesse per il nido cominciandolo a preparare secondo le esigenze, ma è la femmina che si occupa dei particolari di rifinitura.
- E sul corteggiamento cosa mi dici?
- Non l’ho mai visto. Anzi, ritengo che il Peale sia meno esuberante del suo cugino Kittlitz, infatti, non ha il canto di quest’ultimo e credo che debba coprire la femmina all’interno del nido, proprio come fanno i Diamanti di Gould. In verità, non ho mai notato da parte del maschio, delle forme di corteggiamento comuni agli altri Estrildidi, per intenderci tipo quelle con il classico sfilaccio tenuto nel becco.
- Deposizione?
- Regolare! In genere sono tre o quattro uova. Io le sostituisco ogni giorno con quelle di plastica, proprio come si usa fare con i canarini, per consentire l’inizio dell’incubazione a tutte contemporaneamente. Ho pure notato che hanno una forma tondeggiante, ma i poli riescono a distinguersi. Piuttosto direi che non tutte le uova sono feconde e non è rara la covata con un solo pullus.
- Cosa somministri per favorire la formazione dell’uovo da parte della femmina?
- Il Peale non presenta particolari difficoltà di questo tipo, in ogni caso uso gritt, carbone vegetale ed un polivitaminico ricco d’aminoacidi.
- Niente osso di seppia?
- No. Non lo uso. Solo per i casi dove è indispensabile un aiuto, somministro del gluconato di calcio, direttamente nel becco, ma vi raccomando di non esagerare. Io, sono in linea di massima contrario alle forniture di medicinali o similari, e nemmeno mi adopero nel trattamento pre-cova.
- A proposito di cova…quante covate?
- Tre, anche quattro utilizzando i Passeri del Giappone come balie. Non faccio mistero di ricorrere al loro aiuto, a partire dall’incubazione.
- A proposito d’incubazione….
- Dura mediamente dai 13 ai 15 giorni, dipende da quando la coppia di balie comincia a covare con dedizione.
- I pullus?
- Si presentano alla nascita completamente senza piume e sono color carne. Il pattern buccale è simile a quello dei Diamanti pappagallo, con i quattro puntini luminosi ai lati del becco; cambia, invece, la disposizione del disegno sul palato. Lasciano il nido a 22, 24 giorni e raggiungono l’indipendenza anche prima dei 50.
Distinguere i sessi dei giovani Peale è piuttosto difficile, perché le zone dimorfiche sono in formazione, vedi ad esempio: il colore verde molto spento, così come la velatura blu sul petto. Inoltre il rosso della coda è di tonalità mattone. Il sesso comincia ad evidenziarsi al 9°, 10° mese, proprio per l’aumento della colorazione blu nel maschio. In amore, invece, i D. di Peale sono facilmente distinguibili.
- Particolarità?
- Ho notato che crescono più velocemente rispetto ad altre Erythrure; in ogni modo, per aiutare lo svezzamento uso mettere a bella vista, nel fondo della gabbia, una ciotolina con dentro il comune misto per esotici e qualche leccornia.
- Qual è l’alimentazione per i nidiacei?
- È la stessa che uso per gli adulti, con il classico misto esotici del commercio oltre a della buona scagliola abbastanza appetita se somministrata in una vaschetta a parte. Ah! Dimenticavo: utilizzo anche dell’erba mazzolina, vari tipi di riso (grana verde, vestito, spezzato per cani), avena ed i semi condizionatori.
- Ed il pastoncino?
- Quello lo preparo da me, utilizzando a scelta dei prodotti reperibili in commercio.
- Fuori la ricetta!
- 1 kg. di pastone secco, 2 kg. di pastone morbido, 1 kg di mangime per pulcini primi giorni, 1 kg. di farina di riso biologica, 1 kg. di semolino di grano duro, 1 kg. di pastone per insettivori con uova di formica, 0,5 kg. di miglio giapponese + niger (4-1), 0,5 kg. di pastone alla frutta disidratato, 2 cucchiai di sale da cucina, alcuni di semi della salute con vitamine, sali minerali, gamberetti essiccati, 5 grammi per chilo di pastone di spirulina e 0,5 kg. di farina di cocco per insaporire il tutto.
- Alla faccia del pastoncino!!!
- Se per questo opero anche delle imbeccate supplementari con apposita siringa ed ago bottonuto. La logica sta nel fatto di non rischiare che i nidiacei siano ignorati dalle balie all’uscita dal nido; però non bisogna esagerare, parliamo d’Estrilididi e non di Fringillidi.
- In conclusione?
- Allevare il Diamante di Peale è un’esperienza esaltante, perché una volta superate le difficoltà, queste Erythrure, rispetto ai suoi congeneri, si manifestano molto curiose (seguono con interesse ogni operazione nel locale d’allevamento) e sono abbastanza confidenti con l’uomo. Non è da escludere che, possano anche mostrare un’affezione verso l’allevatore, specialmente se questi le vizia con dei fichi (anche secchi), di cui appetiscono particolarmente i piccoli semi.

Per finire quest’articolo, poiché l’esperienza comincia e finisce in:“..ini”, non potevo esimermi dal chiedere l’ultimo consiglio al decano degli allevatori : Tonino Piccinini.
- …e cosa dirti, caro Ivo, più che consigli…raccomandazioni.
Innanzi tutto il Diamante di Peale è un uccellino che ha una forte tendenza ad ingrassare, quindi deve essere alloggiato in contenitori spaziosi per consentirne il volo e con una dieta alimentare povera di proteine nel periodo di riposo. In tal modo il maschio non aumenterà di peso e riuscirà ad aggallare le uova durante la fase della riproduzione. Il pastoncino pertanto va somministrato una sola volta a settimana e per uso giornaliero.
Poi raccomando l’impiego del bagnetto a volontà per consentire al Diamante di Peale di mantenere il piumaggio pulito ed in perfetta efficienza, trattandosi d’Erythrurini in piena regola.
- Ed in fine?
- Anche se molti colleghi sono contrari…. Consiglio di somministrare un antibiotico a largo spettro dal 3° al 10° giorno di vita dei nidiacei per evitare brutte sorprese e poi non deve mai mancare un buon complesso polivitaminico per cinque giorni al mese.

Ivo Ginevra

Allevamento