Fratture d'ala
e lussazioni nei piccoli uccelli domestici
Testo e foto di Ivo
Ginevra
Pubblicato su Italia
Ornitologica
È
capitato a chiunque di noi, dal più esperto allevatore al neofita,
di sentirsi gelare il sangue nelle vene sentendo un semplice ed ovattato
TAC.
Un presagissimo sordo "tac" che in una frazione di secondo
distrugge i tuoi sacrifici e le mire espositive.
Si, mi riferisco a quel "tac" che fa l'ala di un uccellino
quando si spezza o si lussa tenendola fra le mani, siano esse eccessivamente
sicure o tremanti. Le cause di questo maledetto "tac" sono
quasi sempre le stesse : l'insicurezza di chi per le prime volte manipola
un volatile o a volte, l'eccessiva confidenza con gli uccelli data anche
dalla esperienza accumulata nel corso degli anni o peggio ancora, la
troppa cautela di chi pensa di tenere fra le dita un campione. Purtroppo
anche il soggetto più calmo e non solo il piccolo uccellino appena
uscito dal nido, può con un movimento improvviso fare un "tac"
e farti deprimere come si deve o peggio per i più irruenti, farti
bestemmiare con vera veemenza. E tutto questo perché l'allevatore
sa benissimo che quando avrà nuovamente rimesso in gabbia il
volatile lo vedrà sicuramente con un'ala tremante ed abbassata.
Ma questa situazione non deve essere per sempre. Anzi bisogna assolutamente
cercare di rimediare ed obbedire al dovere morale della "riparazione"
anche se tutto fondamentalmente dipende dal tipo di frattura o nel migliore
dei casi dal tipo di lussazione riportata dal piccolo volatile. Innanzi
tutto subito dopo il trauma bisogna evitare di continuare a tenerein
mano il malcapitato volatile o riprenderlo in continuazione per controllare
le condizioni dell'ala al fine di evitare che un ulteriore stress causato
ad un animale già in stato di shock potrebbe essere fatale. Inoltre
se si nota lo stato profondo di prostrazione in cui è caduto
il soggetto è meglio e consigliabile rinviare qualsiasi forma
d'intervento al giorno successivo lasciando riposare il malcapitato
avendo la cura di ridurre al minimo i suoi spostamenti onde evitare
di far forza sull'ala offesa. Aggiungete quindi nella abituale gabbia
dell'infortunato tanti di quei posatoi che possano farlo saltare tranquillamente
ed evitino che l'uccello possa volare affaticandosi. Inoltre è
buona norma mettere a portata di becco l'acqua ed il mangime evitando
la somministrazione di medicinali per non avere complicazioni dovute
all'errata posologia del medicamento. Personalmente consiglio di evitare
che l'uccellino subisca un ulteriore stress causato dal cambio di gabbia
o dei suoi compagni di vita captiva, tuttalpiù conviene allontanare
qualche compagno irruento o con il vizio di scippare le piume. Da evitare
assolutamente l'isolamento dell'uccello in contenitori di cartone opportunamente
forati perché se da un lato si evita lo sbattimento delle ali
con il conseguente beneficio di una naturale immobilizzazione dell'arto
offeso, dall'altro si aumentano le condizioni di stress che per un animale
già in stato di shock possono portare a gravi indesiderate complicazioni
di qualsiasi natura. Chiaramente
se il tipo di frattura è particolarmente scomposta con monconi
eccessivamente distaccati bisognerà far ricorso ad un ottimo
veterinario specializzato che potrebbe tentare anche un intervento chirurgico
in osteosintesi utilizzando degli aghi ipodermici al posto dei chiodi,
ma trattandosi di materia così delicata bisognerà stare
molto attenti nella scelta del veterinario che dovrà essere oltre
che bravissimo anche economico. Invece per tutti quei tipi di fratture
composte o semplici lussazioni noi stessi potremmo tentare un buon rimedio
ben lungi dal considerarci dei provetti veterinari. Tale rimedio è
la fissazione dell'ala al corpo del malcapitato da effettuare solo ed
esclusivamente con un cerotto in tessuto telato (leucoplasto) scartando
sia i rimedi empirici della gessatura data dalla tradizione popolare
(mi hanno, infatti, riferito di una gessatura dell'ala fatta a base
di uno spalmato si albume di uova che una volta essiccato tiene ferma
la parte) sia quelli pratici avveniristici dati dalla rete tubolare
elastica in lastex perché trasformerebbe il volatile ad un semplice
insaccato attentando seriamente alla sua vita. Un semplice cerotto,
se il tipo di frattura lo consente, risolverà il problema evitando
anche la mortificazione del malato però è molto importante
che tale operazione sia effettuata correttamente e pertanto partiamo
dal principio che tale rimedio deve essere approntato da due persone
esperte nel manipolare gli uccelli dove uno lo terrà in mano
con ferma delicatezza e l'altro farà aderire perfettamente il
cerotto al corpo dell'animale nella sua normale posizione fisiologica.Aderire
perfettamente non vuol dire fasciare il soggetto tipo mummia ma ottenere
la immobilizzazione di entrambe le ali passando il cerotto intorno al
corpo del volatile non lasciandogli la possibilità di muovere
gli arti superiori ma consentedogli la libertà di movimento saltando
da un posatoio all'altro (numerosi e vicini per l'occasione) e la comoda
autosufficienza nell'alimentazione quotidiana.
Nell'applicazione della fasciatura date la massima importanza alla libertà
della cloaca e controllate più volte che la coscia o la zampa
dell'uccellino non vada ad incastrarsi fra il ventre ed il bendaggio
eviterete così degli spiacevoli incidenti. Inoltre, lasciate
la griglia sul fondo della gabbia aiuterà il malato nella sua
libertà di movimento consentendogli un migliore equilibrio ma
alla condizione che le unghie siano ben corte onde evitare che le stesse
incastrandosi nella griglia non consentano al volatile di liberarsi
dato che lo stesso non può aiutarsi con la forza delle ali. Togliere
la griglia dal fondo della gabbia è un gravissimo errore perché
l'uccellino una volta caduto non riuscirà a rialzarsi perché
gli mancherà l'appiglio alle unghia e la fasciatura lo farà
rotolare nel tentativo di rialzarsi. Non si deve dimenticare assolutamente
che tutte le funzioni di movimento dipendono dalle ali. Tale fasciatura
se ben applicata durerà tranquillamente per il tempo necessario
di guarigione che si calcola in 15 o 20 giorni ma eventualmente qualche
giorno in più non arrecherà alcuna complicazione. Si tenga
comunque in mente che 2, 3 settimane sono un termine sufficiente per
la formazione di un buon callo osseo nei piccoli volatili. Durante tutto
il periodo di riposo è buona norma integrare l'alimentazione
del volatile con delle vitamine dando possibilmente la preferenza alla
D3, inoltre, sali minerali e prodotti a base di calcio completeranno
la dieta del malato. Tolto il bendaggio con la massima cura onde evitare
di scippare tutte le penne, si rimetta il soggetto nella stessa gabbia
con tutti i suoi numerosi posatoi e non preoccupatevi affatto se l'uccellino
tenga l'ala più bassa rispetto all'altra perché la muscolatura
non esercitata ha perso chiaramente il suo tono normale. Il semplice
esercizio del volo ed il ritorno alle naturali mansioni dell'ala nel
tempo ridaranno il vigore all'arto offeso. Mi si permetta, infine, di
chiudere questo scritto con una considerazione e rimproverando aspramente
chi una volta causato il danno al piccolo volatile lo riponga nella
gabbia senza dargli alcuna cura o se ne disfa immediatamente per poche
lire non sentendo l'obbligo morale di aiutare il malcapitato. Costui
che non cerca di aiutare il povero sventurato che fino a qualche istante
prima della disgrazia era anche il suo beniamino o il sogno edonistico
di vittoria alle mostre, non merita certo di appartenere alla F.O.I.
ne tantomeno di potersi chiamare allevatore oppure semplicemente essere
umano.
Ivo Tiberio Ginevra