IL GRANO SARACENO
(Il principe nero)
Testo di Ivo Ginevra.
Foto Alcedo
Pubblicato su Alcedo
al n. 06/2001
Grazie
alle riviste specializzate nel settore ornitologico ed alla costante
ricerca da parte dei commercianti, l'allevatore di oggi ha di che
sbizzarrirsi nel soddisfare le voglie dei propri beniamini con sementi
particolarmente ricercate. Fino a qualche hanno fa pensare di offrire
ai propri uccelli semi rari e pregiati era quasi una utopia. Oggi
invece...... tutto è alla portata di mano. Logicamente i sistemi
di allevamento che hanno caratterizzato le vecchie generazioni di
allevatori sono oramai caduti in desuetudine, per esempio, dare ai
propri uccelli una zuppetta di pane e latte è una cosa quasi
impensabile, eppure intere generazioni hanno allevato in questo modo
ottenendo più che lusinghieri riconoscimenti e peraltro, senza
particolari difficoltà nell'imbecco della prole da parte della
canarina. Non parliamo poi della salute dei genitori e dei piccoli
che si esprimeva a livelli di estrema soddisfazione. A mio avviso
c'è un seme che unisce bene la vecchia tradizione dell'allevamento
a quella estremamente ricercata in voga ai giorni nostri. Questo seme
è il Grano Saraceno.
ORIGINE
È una pianta erbacea e spontanea originaria dell'Asia centrale,
in particolare della Manciuria, Siberia meridionale e Cina settentrionale.
La sua coltivazione fu introdotta in occidente nel periodo Medioevale
ad opera delle stirpi nomade, mongoli in particolare. In Europa questo
seme incontrò il favore delle popolazioni turche che lo introdussero
in Grecia e nei Balcani dov'è ancora oggi coltivato e proprio
grazie ai turchi (o saraceni) deriverebbe il nome attuale di Grano
Saraceno. Un'altra tesi sostiene che la diffusione di questo seme
in Europa sia avvenuta ad opera dei tedeschi mediante introduzione
di questa pianta in Polonia da parte delle popolazioni russe. In Italia
è presente dall'inizio del 1500 diffondendosi notevolmente
intorno al 1600-1700 ed è probabile che questo seme sia entrato
contemporaneamente e dal Nord Europa (Polonia - Germania) e dal Sud
Europa (Turchia - Paesi Balcanici).Data la sua resistenza ai climi
rigidi ed a un suolo povero si diffuse facilmente nelle zone montane
e da allora è stato coltivato sulle alpi ed in particolare
oggi sopravvive in Valtellina (zona di Teglio), in Abruzzo ed in Carnia.
Scrivo sopravvive perchè, essendo coltivato nelle zone povere,
ha immediatamente risentito della crisi dell'agricoltura derivata
dall'abbandono delle colture da parte dei giovani. Inoltre, la coltura
del grano saraceno è stata quasi completamente soppiantata
da quella del Mais, in quanto meno abbisognevole di mano d'opera nelle
operazioni di raccolta e di gran lunga più redditizio.
CARATTERISTICHE
Il Grano Saraceno è anche conosciuto con il nome di grano nero
per il colore dei suoi semi, grano rosso per la particolare colorazione
dello stelo, grano faggio, formentino, fraina e fagopiro. Nonostante
il nome sia quello di Grano in effetti non lo è anche se presenta
strette analogie con i cereali, in particolare per quello che riguarda
la coltivazione e l'utilizzo alimentare. Botanicamente parlando ci
troviamo innanzi ad una pianta della famiglia delle Polygonaceae annuali,
con stelo alto fino ad un metro di colore rossastro-verdastro e con
una fioritura fra le più belle che il nostro paesaggio possa
donare. I suoi fiori all'apice dello stelo sono, infatti, rosa o bianchi,
oppure hanno vergature di rosso, rosa, verde, con esplosione a grappolo.
Chi li ha visti una sola volta, chi ha avuto la fortuna di vedere
una campagna coltivata a Grano Saraceno nel periodo della fioritura
non potrà mai scordare la bellezza e la spettacolarità
di questi colori che armonizzano con il paesaggio. E' come se s'incontrasse
un giardino curato che sa infondere un profondo calore interno in
una zona dal clima particolarmente rigido. Il seme è piccolo,
bruno scuro, e riconoscibile per la sua caratteristica forma quasi
triangolare. Purtroppo, non tutti i semi maturano contemporaneamente,
pertanto al momento del raccolto una parte dei semi non è ancora
matura.
VALORE NUTRIZIONALE
Il grano saraceno
ha un valore nutritivo eccezionale si pensi che 100 grammi di semi
contengono 365 calorie.
Il contenuto di glucidi è del 67-70% e 2,5-3% è quello
dei lipidi. Il valore proteico è molto elevato va dal 10 al
14,1% contro il 9,2% del frumento tenero e l'8.5% della farina di
mais. Queste proteine contenute nel grano saraceno sono quelle che
hanno il più alto valore biologico del regno vegetale (Borghi,
Bonali, 1993). In particolare la lisina è presente in quantità
superiori a quelle contenute nell'uovo. Quest'ultima è addirittura
in quantità tripla rispetto al frumento ed è utile ricordare
che la lisina svolge un ruolo d'importanza vitale in quanto aminoacido
essenziale per lo sviluppo osseo. Il Grano Saraceno è ricco
anche di ferro, vitamina B, vitamina E, Vitamina P e sali minerali
vari (calcio, fosforo, magnesio, potassio, ferro, stagno ed acido
silicico). E', inoltre, molto ricco di fibra, di lecitina e di rutina,
quest’ultima particolarmente utile per il funzionamento vascolare.
Altra particolarità di questo alimento sano e molto equilibrato
è anche la sua elevata digeribilità, quindi particolarmente
utile per la cura di problemi digestivi.
USO ORNITOLOGICO
Sono personalmente
convinto che il Grano Saraceno dal punto di vista alimentare è
un seme che dovrebbe essere somministrato agli uccelli in tutti i
periodi dell'anno ed in particolare in quello di preparazione alla
cova, di allevamento e di svezzamento della prole. E’ preferibile
il suo utilizzo come seme ammollato, ma va bene in piccole dosi anche
tal qual è. Una raccomandazione : se volete utilizzare il Grano
Saraceno insieme ad altri semi, ammollatelo con quelli per i quali
basta una giornata o al massimo 36 ore. Questi sono i tempi ideali
per il Grano Saraceno che prima della somministrazione agli uccelli
deve essere sciacquato bene ed abbondantemente sotto l'acqua corrente
al fine di ripulirlo da tutte le tossine rilasciate durante l’ammollo.
Mischiato ad un pastoncino secco all'uovo, una volta che i nostri
beniamini si sono abituati al gusto del grano “nero”,
vedrete con gioia che fra tutti i semi è quello prima consumato,
in grado anche di far litigare le coppie di uccelli ben affiatate
pur di essere accaparrato per prima rispetto all'altro partner. Ultima
raccomandazione : poiché questo seme non ci arriva particolarmente
pulito è utile passarlo in un piccolo setaccio al fine di ripulirlo
grossolanamente dai detriti di terra e polvere prima un qualsiasi
suo utilizzo.
Usatelo, ve lo
consiglio vivamente.
Ivo Tiberio Ginevra