DIAMANTE
ZEBRATO X DIAMANTE MANDARINO
(Un classico ibrido
da competizione)
testo di Ivo Ginevra
Pubblicato su Italia
Ornitologica n°12 del Dicembre 2000
Personalmente considero l'ibrido di Diamante Mandarino per Diamante Zebrato
(o Modesto) alla stessa stregua di quello che per gli appassionati allevatori
di fringillidi è l'ibrido di Cardellino X Canarina.
Con ciò voglio dire nel linguaggio universale degli allevatori
in genere, che l'ibrido in questione è estremamente semplice da
realizzare ed è un "lavoro" che anche il neofita può
facilmente eseguire. Il perché è facilmente intuibile in
quanto i genitori dell'ibrido sono molto affini sia genetica-mente (non
è un caso quello di avere nidi stracolmi di ibridi) sia etologicamente
(stesse abitudini alimentari, stesso comportamento nell'allevare la prole,
ecc. ecc.). Praticamente per gli appassionati di ploceidi è l'ibrido
ideale per dare inizio a questa meravigliosa avventura nell'arte del sognare
ed economicamente è anche alla portata di tutte le tasche. Il giovane
allevatore sarà quindi entusiasta della quantità di ibridi
creati ed inoltre, riuscendo ad esporre e divertirsi alle sue prime mostre,
stimolato dalle vittorie anche nella categoria stamm, si avvicinerà
sempre di più al mondo dell'ibridazione. Dal punto di vista squisitamente
tecnico un bel soggetto è molto difficile da realizzare e vederne
di belli alle mostre non è poi così facile, questo perché
il D. Mandarino ha la tendenza a dominare il D. Zebrato data la moltitudine
dei suoi disegni e colori che spesso in questa ibridazione riesce a manifestare
in modo confuso poiché veramente difficili da combinarsi.Basti
pensare a tal proposito che si è dovuta creare un'apposita scheda
di giudizio per sottolineare la particolarità e la specificità
del D. Mandarino.Pertanto trasferire tutti questi segni distintivi su
un disegno che spicca per la sua linearità come quello del D. Zebrato
non è assolutamente agevole da attuare e quindi è ovvio
credere che la fortuna recita un ruolo essenziale nella mescolanza dei
colori e dei disegni. Fortuna che ovviamente deve essere aiutata dalla
ottima qualità dei riproduttori, con particolare riferimento alla
taglia del D. Zebrato che negli ultimi anni è diventato il suo
tallone d'Achille.Personalmente non mi stancherò mai di ripetere
che un ibrido degno di questo appellativo con la "I" maiuscola,
può solamente essere generato da ottimi soggetti. Ottimo x ottimo
= ottimo. Suona praticamente come la regola algebrica di antica memoria
più x più = più. Una delle difficoltà, forse
la principale, è quella di comminare il disegno orizzontale e marcato
del fianco del D. Zebrato con quello verticale del fianco del D. Mandarino.
Ricordiamo che quest'ultimo disegno è formato da file di regolari
punti rotondi e bianchi su un fondo di un bel bruno castano. Tale disegno
è già di per sé difficile da trovare perfetto in
un D. Mandarino maschio, quindi appare chiaro che la combinazione complessa
dei due disegni specialmente dove si incrociano, è il punto nevralgico
più guardato da un giudice e da un qualunque appassionato, nonché
ed ovviamente, il più penalizzato.Negli ibridi maschi generalmente
riesce sempre ad imporsi il disegno verticale del D. Mandarino da preferirsi
possibilmente di un caldo colore bruno.Negli ibridi femmine questo disegno
laterale, per via del dimorfismo della razza, è mancante ed al
suo posto inizia un regolare ed armonioso disegno orizzontale ereditato
dal D. Zebrato di un grigio bruno tenue ed uniforme, molto bello a vedersi
che avvolge tutto il petto dall'una all'altra ala salendo ininterrottamente
fino alla valva del becco, che nell'insieme conferisce all'ibrido un'aria
graziosa, delicata ed affascinante. Al contrario, nell'ibrido maschio
le zebrature bianco brune del D. Modesto devono fondersi con quelle bianco
nere del D. Mandarino, quindi, non si faccia ingannare il lettore pensando
che trattandosi di zebrature orizzontali in entrambi i genitori da trasportare
nell'ibrido l'impresa sia una cosa semplice!! Anzi è tutt'altro
che facile perché il disegno che alle volte viene fuori è
talmente irregolare od intriso di nero che nei peggiori soggetti può
sembrare un tovagliolo inframmezzato da qualche piuma bianca.La difficoltà
sta tutta nel fatto che le zebrature dei due genitori sono formate dalla
simmetrica alternanza delle zone lipocromiche e melaniniche presenti nella
piuma.
E poiché il colore nero della piuma del D. Mandarino s'impone con
naturale semplicità sulle zone di piuma brune del D. Zebrato, bisogna
soltanto sperare che l'espansione nera della piuma non la copra del tutto
con un effetto finale completamente nero e quindi deleterio al massimo
per il nostro ibrido. Che ci sia un accenno di barra pettorale ereditata
dal D.Mandarino potrebbe essere sicuramente un pregio, ma la stessa non
deve estendersi verso l'alto altrimenti annullerebbe la graziosità
delle zebrature. Ma continuando la nostra descrizione e salendo verso
il sottogola, ecco presentarsi un'ulteriore difficoltà per il solo
ibrido maschio e cioè la piccola bavetta rosso carminio piuttosto
scura in eredità dal Z. Zebrato che deve essere presente anche
se di dimensioni ridotte. Purtroppo
nell'ibrido questo lascito alla base del becco è quasi sempre mancante
ed al suo posto, compare una delicata impronta di colore rosso rosa, ma
in ogni caso questa apparizione, seppur affascinante, dovrebbe essere
preferita secondariamente alla presenza della bavetta. Nella versione
femminile tale "bavettina" è logicamente assente ma non
per questo riduce il fascino della ibrida. Per quanto riguarda il disegno
della testa che dovrebbe avere il soggetto ideale, mi sono reso conto
scrivendo quest'articolo, di quanto è complessa e ricca di colori
e disegni la testa del D. Mandarino. Il disegno della guancia, la striscia
del becco, la striscia dell'occhio, la lacrima, il colore del becco e
quello della guancia e... quanta abbondanza concentrata in pochi centimetri!!
Senza commento alcuno appare logico pensare che il nostro ibrido debba
rigorosamente avere tutti questi disegni ed in linea di massima gli stessi
sono generalmente presenti nella testa dell'ibrido. Soltanto un po' debole
si presenta il colore ed il disegno della guancia ereditato dal D. Mandarino
ma ciò appare perfettamente logico perché il D. Zebrato
ha i lati del collo e le guance di colore bianco. Chiaramente l'allevatore
che vorrà costruire quest'ibrido deve scegliere un riproduttore
D. Mandarino con una guancia regolare e di un bel colore arancio-bruno
il che agevolerà il compito della natura.
Stupendo e pieno di fascino è invece il colore della testa dell'ibrido
che in linea di massima possiede la sequenza dei colori del D. Zebrato
e precisamente una fronte nera a partire dall'attaccatura del becco superiore,
una testa rosso-rosato a ricordo dell'inconfondibile colore rosso carminio
scuro ed una restante parte superiore che scende dalla nuca lungo il dorso
con una tonalità di gradevole grigio-bruno caldo ed uniforme. Il
becco rosso chiaro e senza screziature nere nell'ibrido maschio trova
e fa anche risaltare le redini ereditate dal genitore D. Zebrato
Tale striscia orizzontale e nera che lega il becco con l'occhio e che
costituisce un elemento caratterizzante della fisionomia del D. Zebrato
è ben visibile in grigio, anche attraverso il bianco della lacrima
del D. Mandarino. Il becco dell'ibrido femmina, dato il dimorfismo della
razza, è del classico colore della femmina del D. Mandarino. Le
redini sono meno marcate rispetto a quelle dell'ibrido maschio e generalmente
la striscia dell'occhio del D. Mandarino non è presente. Questa
assenza comminata al tenue colore del becco, delle redini e delle zebrature
rende quindi il soggetto "squisitamente femminile".
Le ali di colore grigio-bruno piuttosto scuro, sono impreziosite dalle
orlature delle remiganti del D. Modesto che come delle perle devono spiccare
con il loro bianco e devono catturare lo sguardo dell'amatore con il loro
disegno simmetrico e luminoso incastonato sulla punta delle ali. Il ventre
poi è di un bianco puro e luminoso che fa risaltare ancor di più
la bellezza del soggetto ed in particolare della sua taglia, conferendo
una generale aria di benessere.
Ivo Tiberio Ginevra
Allevamento
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